L’arteterapia con i burattini è una metodologia terapeutica completa che, nella sua concreta attuazione, prevede l’utilizzo dei burattini e delle storie. Tale forma terapeutica utilizza la manualità, la creatività e la drammatizzazione per aiutare l’individuo a esprimere emozioni e sentimenti, sviluppare le sue risorse personali e migliorare le sue capacità di relazione con gli altri.
L’arteterapia con i burattini permette alla persona che la utilizza l’attivazione di diverse sfere: corporea (propriocezione, udito, vista, tatto), cognitiva, emotiva. Tale attivazione è presente nel percorso di costruzione del burattino, contempla tutte le diverse fasi della metodologia di lavoro, e caratterizza infine il momento in cui si mette in scena il burattino (ovvero quando lo si manipola con la mano).
Lo scopo dell’arteterapia con i burattini non è quello di produrre manufatti e opere d’ingegno di alto livello artistico; piuttosto, quanto creato (i burattini e le storie drammatizzate) viene considerato come veicolo per esprimere in forma mediata il proprio mondo interno. I pazienti hanno la possibilità di dare forma concreta alla propria esperienza, di oggettivarla tramite qualcosa di visibile e tangibile. L’oggettivazione della propria esperienza in una forma concreta, tangibile ed esteriore, consente al paziente di poter osservare il proprio mondo interno come se fosse qualcosa di separato da sé. Questo spazio intermedio tra soggettivo ed oggettivo e, in definitiva, tra mondo interno e mondo relazionale esterno, diventa uno spazio di crescita, di comprensione e di elaborazione della propria esperienza, uno “spazio transizionale” (Winnicott, 1961) a disposizione del soggetto.